venerdì 23 settembre 2011

Le sculture di Stepan Erzia. Il Saluto del Sindaco


Le sculture di S. N. Erzia.
Il saluto del Sindaco al Console (russo).

Il 2 scorso si è svolta presso lo “Spazio Aperto”, di Via dell’ Arco, in S. Margherita, una interessante manifestazione (resa possibile dal Governatore dell’ associazione “ A Coallinna”, Alfredo Bertollo), aperta con la inaugurazione di una bella esposizione di opere dello scultore russo Stepan Nefjedov Erzia, presenti in pregevoli copie dello scultore Alexander Tolokin, coreograficissimo personaggio.

Era presente anche il Console russo a Genova.

Da noi non sufficientemente noto, Erzia è scultore di notevole spessore e di singolare, intensa personalità.

Amanti della scultura abbiamo voluto “giocare d’ anticipo”, per avere la possibilità di scambiare qualche parola (grazie ad una gentile interprete), con Tolokin e, soprattutto, come si addice a chi ama la scultura, sentirla palpabile sotto le dita, per poter appropriarci delle forme e delle tensioni spirituali.

A cornice dell’ evento, aspettava il pubblico un generoso rinfresco, preannunciato da una serie di vassoi adeguatamente celati alla vista e protetti.

Assaporate le sculture, con la mente e con il cuore, non ci siamo soffermati per il resto della kermesse, abbandonando il campo, prima del rito gastronomico.

Abbiamo, però, voluto ascoltare il saluto del primo cittadino di S. Margherita (non assistito, per la occasione dal fido Bernardin), cui il garbato Giovanni Galvani, vice presidente dell’ associazione ospite, ha subito offerto il palcoscenico.

Il saluto si è sviluppato secondo gli ormai canonici accenti di patriottico lirismo. Alcune sante parole.

Sarebbe andato tutto per il meglio, se non fosse stato che, nella foga oratoria, è riemerso (si sa che tradisce anche ad anni di distanza), l’ ancestrale DNA del Primo Cittadino di Santa.

“Ringraziamo per la sua presenza il Console dell’ Unione Sovietica!”.

Un pudico (per vero non imbarazzato), sorriso del Primo Cittadino, con le sorprese risate dei
convenuti  e il garbo del Console, hanno evitato…un incidente diplomatico.

Per prudenza (in pochi per vero), abbiamo preferito abbandonare il teatrino.

Intanto ormai tutti sanno che il cambio della tonaca non cancella le naturali vocazioni.

Anche se, poi, tutto cade nel dimenticatoio.

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