La nave Palinuro in rada a “Santa”
S. Margherita aveva offerto il suo palcoscenico alla Palinuro: in primo piano il porto e, appena dietro, ma comunque svettante, la Palinuro.
La Palinuro è ormai salpata lasciando S. Margherita e un po’ di malinconia.
La nave scuola era stata accolta in rada da giornate splendide, con i vividi colori ancora settembrini.
Da tutta la città era stato possibile ammirarla alla fonda, appena oltre alla diga di sopraflutto, che non la nascondeva.
La nave Palinuro, come ogni nave, ha la sua storia.
Varata nel 1934 nei cantieri di Nantes, in Francia, con il nome di Commandant Louis Richard, aveva iniziato la sua carriera come nave da pesca e per il trasporto del merluzzo nei banchi di Terranova, per un armatore privato. Si può dire, quindi, che avesse nel suo DNA, qualcosa che avrebbe potuto legarla al primo porto”peschereccio” del Tigullio.
E’ stata acquistata, poi, dalla Marina Militare Italiana, nel 1951, per essere trasformata e adibita a nave scuola, in affiancamento all’ Amerigo Vespucci.
I lavori di trasformazione erano stati effettuati nei Cantieri Navali di Castellamare di Stabia e all’ Arsenale Militare di La Spezia e, al termine, veniva ribattezzata Palinuro, evocando il mitico nocchiero di Enea, della Eneide di Virgilio.
La Palinuro è lunga 69 mt., larga 10, con un pescaggio di 4,8, un dislocamento di 1.341 ton. e una velocità di 10 nodi.
Il suo motto, beneaugurante, è Faventibus ventis (con venti favorevoli).
La Palinuro… è sempre in viaggio e la sua venuta, - pur un avvenimento -, non avrebbe nulla di eccezionale se non fosse che potrebbe essere una delle ultime volte che tutta S. Margherita ha potuto godersene lo spettacolo da terra.
Se, infatti, il progetto di nuovo porto presentato dalla “Santa Benessere & Social” dovesse essere, per somma iattura, approvato dal Comune, l’ eventuale prossima visita della Palinuro lascerebbe sopravvivere solo il ricordo rimpianto di quest’ ultima.
Il nuovo porto, infatti, cancellerebbe il palcoscenico della rada, lasciando intravvedere solo la parte superiore dell’alberatura della nave.
L’ allungamento della diga di sopraflutto, che già limita l’ orizzonte, darebbe il colpo di grazia alla visibilità e allo straordinario equilibrio paesaggistico: una rada che verrebbe nascosta, una barriera a cancellare tutto quanto sta di là.
Sono sufficienti poche fotografie, scattate da diversi punti della città, e una in particolare, per evidenziare la triste possibilità.
E, ciò, è solo un esempio, di come il progetto, ancora al vaglio del Comune, cancellerebbe le connotazioni, uniche, irripetibili, della “Perla del Tigullio”.
Per buona sorte il porto della “Santa Benessere & Social” é stato universalmente bocciato da quanti amano S. Margherita, in diverse occasioni e senza appello, e piacerà sapere che la petizione, contro la perversa ipotesi, ha ormai superato le 3.500 adesioni!
A chi volesse consentirne, comunque e senza alcuna giustificazione, la realizzazione, resterebbe solo la via di un necessario, precipitoso esilio.
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