Salvare "Santa" anche dall' incursione dei corvi
Era ben noto a tutti che la battaglia per salvare l’ unicità e la bellezza di S. Margherita e del suo paesaggio, da ogni forma di speculazione, comunque contrabbandata, sarebbe stata lunga e difficile.
Lunga e difficile perché la mancata individuazione da parte della Civica Amministrazione delle corrette priorità di ogni possibile intervento, - per salvaguardare l’ immagine città e favorire, nel contempo, un corretto sviluppo economico -, aveva aperto la porta al primo imbonitore di turno cui, su una rossa passatoia, era stata spalancata la rotta per entrare in porto.
Se, poi, si considera che la “Santa Benessere & Social” si è presentata con un piano taumaturgico, dal quale tutti, senza far nulla, avrebbero potuto attingere lauti benefici, allora il quadro è completo.
Perché intralciare la strada di cotanto, noto benefattore?
Per buona sfortuna del “patron” della “Santa Benessere & Social” e per fortuna di quanti avevano colto il rischio esiziale che S. Margherita stava correndo, le promesse un po’ troppo fantasmagoriche; i rendering fotografici di presentazione del nuovo Eden un po’ troppo ambientalisticamente accattivanti; una serie di contraddizioni (affermazioni, ritrattazioni, nuove sortite); e alcuni incidenti di percorso come la “divertente” indagine telefonica Mannheimer; hanno attirato l’ attenzione della città, risvegliato le quiete coscienze, sino a bocciare categoricamente il tentativo di speculazione.
Purtroppo l’ arrivo di “Santa Benessere & Social” sullo scenario cittadino ha risvegliato appetiti fino ad allora rimasti nel Limbo.
E’ stato presentato un secondo progetto di Porto da parte sella Società “ATI-Porto Cavour”; il Primo Ciittadino di Santa ha tentato l’ inserimento nella tenzone prennunciando un suo progetto; il Volpi ha accennato a una sua nuova ipotesi di progetto.
L’ attuale contesto amministrativo è, oggi, di fatto indistricabile. Risolvibile solo con la bocciatura definitiva di ogni tipo di speculazione.
Fermo restando che la Civica Amministrazione, causa di quanto accaduto, non può certamente sperare di arrogarsi il ruolo di mediatore, pena il rischio di un grande, magari strisciante e ben celato “inciucio”.
Si era richiamata l’ esigenza della individuazione di una serie di priorità per rilanciare seriamente e duraturamente S. Margherita.
Ferma restando l’ inviolabilità dell’ area dell’ ex Cantiere Spertini (che deve restare alla città); ferma restando l’ inviolabilità paesaggistico-ambientale, che preclude ogni opera suscettibile di limitare la percettibilità del paesaggio o cambiarne la configurazione (scogliera di fronte al Castello), o ridurre il già ridotto ricambio delle acque del bacino portuale (dighe o soffolte di sottoflutto), queste opere (a solo titolo di esempio), sono apparse fondamentali, prioritarie e urgenti:
1° Dotazione della nuova diga di sopraflutto con tutti i servizi portuali e turistici necessari
2° Risistemazione /Parziale rifacimento della vecchia diga di sopraflutto, per il tratto che congiunge Piazzale Cagni con la nuova diga (appena finita nella sua struttura cementizia), con l’ inserimento di un numero adeguato di docce, gabinetti, box internet e quant’altro necessario, specie in occasione di regate;
3° Sistemazione del precario, pericolosissimo Piazzale S. Erasmo, con materiale idoneo all’ ambito portuale, sia per tipologia che per capacità di tenuta nel tempo;
4° Ultimazione dei lavori per l’ entrata in funzione del depuratore cittadino e per la sistemazione paesaggistica del sito;
5° Rifacimento della rete fognaria (per evitare, tra l’ altro, che in troppi punti la “Perla del Tigullio” sia una città maleodorante);
6° Adeguamento del Servizio di Nettezza Urbana, insufficiente e in molti tratti della città assolutamente carente;
7° Attivazione di un regolare servizio di navette elettriche, con l’ adozione di misure di riduzione del traffico privato, per favorire la vivibilità della città;
8° Adozione di un arredo urbano omogeneo, coerente con il paesaggio e oggetto di regolare manutenzione.
E’ di tutta evidenza che si tratta di affrontare un lavoro lungo, costoso, che richiede professionalità e disinteresse, che soprattutto non consente di coprirsi un petto gonfiato con i ricchi medaglieri tipici dei generali di certi eserciti, ma è l’unico che può aprire un’ era nuova, meno appariscente, ma più consistente e duratura.
Come ogni battaglia di civiltà, la difesa di “Santa” ha trovato e sta trovando ogni forma di “opposizione, anche la più subdola e ben mascherata, come nella favola del lupo e dell’ agnello di Fedro.
Questi “corvacci” vogliono aprire la strada all’ inciucio tra speculazione e potere? Per quale non dichiarato interesse?
Ma la battaglia di civiltà continuerà fino a quando ogni progetto che attenti al patrimonio storico, paesaggistico, ambientale di S. Margherita (conformemente a quanto espresso dalla città e da quanti hanno eletto S. Margherita, come una “seconda patria), non sarà formalmente bocciato anche dall' autorità.
Nessun commento:
Posta un commento