Si può dire, da sempre, che il Porto di “Santa” è la sirenetta del Golfo Tigullio: ambasciatore di questa terra nel mondo.
Il Porto ha creato un vero e proprio sistematico flusso turistico dal Sol Levante, dall’ Inghilterra, dagli Sati Uniti, dalla Germania.
In particolare per il Sol Levante, il mese di settembre (quest'anno in modo particolare), porta in città una nutrita schiera di turisti giapponesi che si riversano sul porto, armati di pastelli, di acquerelli ed altro, per strappare un’ immagine poetica di questo porto, - unico e irripetibile -, e portarsela a casa.
Un invito a ritornare e un “passa parola” per tanti altri turisti, spinti, -più che da qualsiasi pubblicità istituzionale -, a venire a “Santa”: quella stessa “Santa” che attirò il grande musicista Miklos Rozsa a stabilirsi nella sua villetta, accanto al vecchio Eden, dalla quale poteva ammirare il porto che era sua musa ispiratrice di indimenticabili brani classici (che abbiamo in spartiti autografi), che egli poteva comporre (come scrive nella sua autobiografia, Double Life), solo nella cittadina tigullina.
Con una dichiarazione d’ amore incondizionato che non ha eguali in nessun “foresto” illustre.
Parliamo, dunque, di un turismo di livello superiore, - per il garbo, la cultura, l’ amore per il paesaggio, la arte -, che supera i gran lungo il significato e la portata dell’ effimero turismo locale, portato da manifestazioni quali le c.d. “notti bianche”.
I turisti – pittori, giapponesi e inglesi, soprattutto lasciano intravvedere, pur nella loro, rapida, “volante”, interpretazione del paesaggio, la grande scuola pittorica e la capacità di entrare nello spirito dei luoghi, come si addice ai grandi viaggiatori e ai grandi cronisti, come avveniva un tempo.
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