domenica 23 ottobre 2011

Il Porto di "Santa". Volpi, prossimo "Beato", e i "Radical Chic"


Il Porto di “Santa”
Volpi, prossimo “Beato”,  e i Radical Chic.
Da quando il Comune di S. Margherita ha spalancato le porte al Progetto di Nuovo Porto, presentato dalla “Santa Benessere & Social” gli eventi che riguardano la sorte della “Perla” del Tigullio” si sono accavallati, segnando  un percorso di “disavventure” varie per la Società che ha per soci Gabriele Volpi e G. Antonio Bandera.
A nulla sono serviti, per buona fortuna,  alla "Santa Benessere & Social" i fuorvianti rendering fotografici, quotidianamente diffusi tramite la stampa locale; il famoso, anzi fumoso, campato in aria, controproducente  “Sondaggio telefonico Mannheimer”;  le abili tecniche di comunicazione; gli scoop vari, frequenti, quanto tra loro contradditori;  gli annunci di nuovi possibili progetti.
Come ormai ben noto, la motivata e illustrata petizione contro la deprecata ipotesi, ha raggiunto le 3.300 adesioni, di persone registrate con cognome e nome, indirizzo, documento identificativo, firma, come esibito alla stampa, e ha sancito il fallimento del tentativo di golpe  e la bocciatura, senza appello del progetto “Volpi”, confermato, poi, anche da una Indagine del FAI.
D’ altro canto, successivamente alla pubblicazione del Progetto di porto presentato dalla Società ATI-Porto Cavour,  è stata ribadita la bocciatura di ogni intervento speculativo suscettibile di distruggere la bellezza e l’ unicità del porto e di S. Margherita (o porsi come trampolino di lancio anche  per frazionate, successive fasi di intervento, aggirando il preciso no della città).
Ma l’ entità della speculazione immobiliare che stava e sta alle spalle del progetto della “Santa Benessere”, - ovviamente prospettata come nuovo “Eden” cittadino” (anche il cavallo di Troia fu presentato come un prodigioso regalo alla città) -, era ed è tale da non poter lasciare nulla di intentato da parte dei propositori.
E’ così comparsa sulla scena una significativa  sponsorizzazione del magnate - mecenate Gabriele Volpi, da parte del settimanale “Il Mondo”, che, col n° 39 del 28 corrente, dedica al ricco e noto personaggio copertina e un lungo servizio, prontamente ripreso dalla stampa locale (servizi tutti, da  leggere attentamente, come estremamente istruttivi, da parte del pubblico).
La stampa locale, anzi, “virgoletta”  la seguente frase che sarebbe stata profferita dal Volpi:
... “E a S. Margherita di che cosa si preoccupano? Delle proteste di qualche radical-chic”....
Qualche radical-chic!!!
Ma signor Volpi, i radical-chic sono 3.300!!!
E le proteste sono, come già detto, un NO secco, definitivo, senza se o ma.
Si ha, quindi,  l’ impressione che i numeri, la loro portata, la loro valutazione, abbiano per il magnate  una significato del tutto soggettivo: come  quello relativo ai numeri dati circa le ipotetiche 30.000 presenze all’ anno nel progettato centro di talassoterapia o ai nuovi posti di lavoro, per mesi confermati in ben 1.000, ma, nel mentre, già scesi a 190.
Per buona fortuna, a leggere le dichiarazioni del magnate - mecenate Volpi (che continua senza  sosta, disinteressate e munifiche campagne regali nel territorio), viene spontaneo  il sospetto che le argomentazioni di ”Santa Benessere & Social” …siano alla frutta”.
Visto il processo di beatificazione aperto dal settimanale “Il Mondo” (sopra il capo del Volpi manca
ancora l’ aureola), l’  iter canonico si concluderà con la dichiarazione di un nuovo Beato, a sentir lui, ...Martire in una città irriconoscente?

P.S.: La foto di Volpi qual Beato ricorda?

martedì 18 ottobre 2011

La nave Palinuro in rada a "Santa"


La nave Palinuro in rada  a “Santa”
S. Margherita aveva offerto il suo  palcoscenico alla Palinuro: in primo piano il porto e, appena dietro, ma comunque svettante,  la Palinuro.
La Palinuro è ormai salpata lasciando S. Margherita e un po’ di malinconia.
La nave scuola  era stata accolta in rada da giornate splendide, con i vividi colori ancora settembrini.
Da tutta la città era stato possibile ammirarla alla fonda, appena oltre alla diga di sopraflutto, che non la nascondeva.
 La nave Palinuro, come  ogni nave,  ha la sua storia.
Varata nel 1934 nei cantieri di Nantes, in Francia, con il nome di  Commandant  Louis Richard, aveva iniziato la sua carriera come nave da pesca e per il trasporto del merluzzo nei banchi di Terranova, per un armatore privato. Si può dire, quindi, che avesse nel suo DNA, qualcosa che avrebbe potuto legarla al primo porto”peschereccio” del Tigullio.
E’ stata  acquistata, poi, dalla Marina Militare Italiana, nel 1951, per essere trasformata e adibita a nave scuola, in affiancamento all’ Amerigo Vespucci.
I lavori di trasformazione erano stati  effettuati nei Cantieri  Navali di Castellamare di Stabia e all’ Arsenale Militare di La Spezia e, al termine, veniva  ribattezzata Palinuro, evocando il mitico nocchiero di Enea, della Eneide di  Virgilio.
La Palinuro è lunga 69 mt., larga 10, con un pescaggio di 4,8, un dislocamento di 1.341 ton. e una  velocità di  10 nodi.
Il suo motto, beneaugurante, è Faventibus ventis  (con venti  favorevoli).










La Palinuro… è sempre in viaggio e la sua venuta, - pur un avvenimento -, non avrebbe nulla di eccezionale se non fosse che potrebbe essere una delle ultime volte che tutta S. Margherita ha potuto godersene lo spettacolo da terra.
Se, infatti,  il progetto di nuovo porto presentato dalla “Santa Benessere & Social” dovesse essere, per somma iattura, approvato dal Comune, l’ eventuale prossima visita della Palinuro lascerebbe sopravvivere solo il ricordo rimpianto di quest’ ultima.
Il nuovo porto, infatti,  cancellerebbe il palcoscenico della rada, lasciando intravvedere  solo la parte superiore dell’alberatura della nave.
L’ allungamento della diga di sopraflutto, che già limita l’ orizzonte, darebbe il colpo di grazia alla visibilità e allo straordinario equilibrio paesaggistico: una rada che verrebbe nascosta, una barriera a cancellare tutto quanto sta di là.
Sono sufficienti poche fotografie, scattate da diversi punti della città, e una in particolare, per evidenziare la triste possibilità.


E, ciò, è solo un esempio, di come il progetto, ancora al vaglio del Comune, cancellerebbe le connotazioni, uniche, irripetibili, della “Perla del Tigullio”.
Per buona sorte il porto della “Santa Benessere & Social” é stato universalmente bocciato da quanti amano S. Margherita, in diverse occasioni  e senza appello, e piacerà sapere che la petizione,  contro la perversa ipotesi, ha ormai superato le 3.500 adesioni!
A chi volesse consentirne, comunque e senza alcuna giustificazione, la realizzazione,  resterebbe solo la via di un necessario, precipitoso esilio.

martedì 11 ottobre 2011

Corvi contro la Difesa di "Santa".


Salvare "Santa" anche dall' incursione dei corvi

Era ben noto a tutti che la battaglia per salvare l’ unicità e la bellezza di S. Margherita e del suo paesaggio, da ogni forma di speculazione, comunque contrabbandata, sarebbe stata lunga e difficile.
Lunga e difficile perché la mancata individuazione da parte della Civica Amministrazione delle corrette  priorità di ogni possibile intervento, - per salvaguardare l’ immagine città e favorire, nel contempo, un corretto sviluppo economico -, aveva aperto la porta al primo imbonitore di turno cui, su una rossa passatoia, era stata spalancata la rotta per entrare in porto.
Se, poi, si considera che la “Santa Benessere & Social” si è presentata con un piano taumaturgico, dal quale tutti, senza far nulla, avrebbero potuto attingere lauti benefici, allora il quadro è completo.
Perché intralciare la strada di cotanto, noto benefattore?
Per buona sfortuna del “patron” della “Santa Benessere & Social” e per fortuna di quanti  avevano colto il rischio esiziale che S. Margherita stava correndo, le promesse un po’ troppo fantasmagoriche; i rendering fotografici di presentazione del nuovo Eden un po’ troppo ambientalisticamente accattivanti; una serie di contraddizioni (affermazioni, ritrattazioni, nuove sortite); e alcuni incidenti di percorso  come la “divertente” indagine telefonica Mannheimer; hanno attirato l’ attenzione della città, risvegliato le quiete coscienze, sino a bocciare categoricamente il tentativo di speculazione.
Purtroppo l’ arrivo di “Santa Benessere & Social” sullo scenario cittadino ha risvegliato appetiti fino ad allora rimasti nel Limbo.
E’ stato presentato un secondo progetto di Porto da parte sella Società “ATI-Porto Cavour”; il Primo Ciittadino di Santa ha tentato l’ inserimento nella tenzone prennunciando un suo progetto; il Volpi ha accennato a una sua nuova ipotesi di progetto.
L’ attuale contesto amministrativo è, oggi, di fatto indistricabile. Risolvibile solo con la bocciatura definitiva di ogni  tipo di speculazione.
Fermo restando che la Civica Amministrazione, causa di quanto accaduto, non può certamente sperare di arrogarsi il ruolo di mediatore, pena il rischio di un grande, magari strisciante e ben celato “inciucio”.
Si era richiamata l’ esigenza della individuazione di una serie di priorità per rilanciare seriamente e duraturamente S. Margherita.
Ferma restando l’ inviolabilità dell’ area dell’ ex Cantiere Spertini (che deve restare alla città); ferma restando l’ inviolabilità paesaggistico-ambientale, che preclude ogni opera suscettibile di limitare la percettibilità del paesaggio o cambiarne la configurazione (scogliera di fronte al Castello), o ridurre il già ridotto ricambio delle acque del bacino portuale (dighe o soffolte di sottoflutto), queste opere (a solo titolo di esempio), sono apparse fondamentali, prioritarie e urgenti:
1° Dotazione della nuova diga di sopraflutto con tutti i servizi portuali e turistici necessari
2° Risistemazione /Parziale rifacimento della vecchia diga di sopraflutto, per il tratto che congiunge Piazzale Cagni con la nuova diga (appena finita nella sua struttura cementizia), con l’ inserimento di un numero adeguato di docce, gabinetti, box internet  e quant’altro necessario, specie in occasione di regate;
3° Sistemazione del precario, pericolosissimo Piazzale S. Erasmo, con materiale idoneo all’ ambito portuale, sia per tipologia che per capacità di tenuta nel tempo;
4° Ultimazione dei lavori per l’ entrata in funzione del depuratore cittadino e per la sistemazione paesaggistica del sito;
5° Rifacimento della rete fognaria (per evitare, tra l’ altro, che in troppi punti la “Perla del Tigullio” sia una città maleodorante);
6° Adeguamento del Servizio di Nettezza Urbana, insufficiente e in molti tratti della città assolutamente carente;
7° Attivazione di un regolare servizio di navette elettriche, con l’ adozione di misure di riduzione del traffico privato, per favorire la vivibilità della città;
8° Adozione di un arredo urbano omogeneo, coerente con il paesaggio e oggetto di regolare manutenzione.
E’ di tutta evidenza che si tratta di affrontare un lavoro lungo, costoso, che richiede professionalità e disinteresse, che soprattutto non consente di coprirsi un petto gonfiato con i ricchi medaglieri tipici dei generali di certi eserciti, ma è l’unico che può aprire un’ era nuova, meno appariscente, ma più consistente e duratura.
Come ogni battaglia di civiltà, la difesa di “Santa” ha trovato e sta trovando ogni forma di “opposizione, anche la più subdola e ben mascherata, come nella favola del lupo e dell’ agnello di Fedro.
Questi “corvacci” vogliono aprire la strada all’ inciucio tra speculazione e potere? Per quale non dichiarato interesse?
Ma la battaglia di civiltà continuerà fino a quando ogni progetto che attenti al patrimonio storico, paesaggistico, ambientale di S. Margherita (conformemente a quanto espresso dalla città e da quanti hanno eletto  S. Margherita, come una “seconda patria), non sarà formalmente bocciato anche dall' autorità.

lunedì 3 ottobre 2011

Il porto di "Santa". La sirenetta del golfo Tigullio.



Si può dire, da sempre, che  il Porto di “Santa” è la sirenetta del Golfo Tigullio: ambasciatore di questa terra nel mondo.

Il Porto ha creato un vero e proprio sistematico flusso turistico dal Sol Levante, dall’ Inghilterra, dagli Sati Uniti, dalla Germania.

In particolare per il Sol Levante,  il mese di settembre (quest'anno in modo particolare), porta in città una nutrita schiera di turisti giapponesi che si riversano sul porto, armati di pastelli, di acquerelli ed altro, per strappare un’ immagine poetica di questo porto, - unico e irripetibile -, e portarsela a casa.

Un invito a ritornare e un “passa parola” per tanti altri turisti, spinti, -più che da qualsiasi pubblicità istituzionale -, a venire a “Santa”: quella stessa “Santa” che attirò il grande musicista Miklos Rozsa a stabilirsi nella sua villetta, accanto al vecchio Eden, dalla quale poteva ammirare il porto che era sua musa ispiratrice di indimenticabili brani classici (che abbiamo in spartiti autografi), che egli poteva comporre (come scrive nella sua autobiografia, Double Life), solo nella cittadina tigullina.

Con una dichiarazione d’ amore incondizionato che non ha eguali in nessun “foresto” illustre.

Parliamo, dunque, di un turismo di livello superiore, - per il garbo, la cultura, l’ amore per il paesaggio, la arte -, che supera i gran lungo il significato e la portata dell’ effimero turismo locale, portato da manifestazioni  quali le c.d. “notti bianche”.

I turisti – pittori, giapponesi e inglesi, soprattutto  lasciano intravvedere, pur nella  loro, rapida,  “volante”, interpretazione del paesaggio, la grande scuola pittorica e la capacità di entrare nello spirito dei luoghi, come si addice ai grandi viaggiatori e ai grandi cronisti, come avveniva un tempo.
Questi “pittori del Porto” , che sposano l’ arte al paesaggio, onorando la città e tenendone alto il nome, contribuiscono anche a un suo ordinato benessere: cosa, oggi, non da poco.